La poesia è un algoritmo
La bellezza del codice e il codice della bellezza
Ci avevo riflettuto da tempo: così come per i matematici e i fisici la formula ideale è elegante, quindi ha un valore anche estetico, allo stesso modo i programmatori potrebbero vedere nelle stringhe di codice un forma rarefatta di bellezza. Infatti, qualche giorno fa, mi imbatto nell’articolo di Marta Serafini sul Corriere, che cita il saggio di Vikram Chandra: Geek Sublime, The Beauty of Code, the Code of Beauty (Il supremo secchione, la bellezza del codice, il codice della bellezza).
Nell’introduzione di questo libro si nomina il manifesto del programmatore Paul Graham nel quale si legge che i coder (scrittori di codice informatico) si considerino artisti come i pittori e gli architetti.
Chandra mette in risalto la creatività del codice di programmazione e definisce i social media, le app e i software «filtri attraverso i quali manipoliamo la realtà e a nostra volta ne siamo manipolati».
Continue reading(Ultima modifica: 27 Febbraio 2024)