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Cosa possiamo imparare dormendo

Nel romanzo di Aldous Huxley del 1932 Brave New World (Il Mondo Nuovo), un ragazzo polacco, Reuben Rabinovitch, cade addormentato vicino a una radio. Quando si sveglia è in grado di recitare l’intera trasmissione. Tuttavia non ha idea di quello che significhi, perché è tutta in inglese.

Oggi non si contano gli articoli che affermano che possiamo imparare la musica, migliorare le abilità linguistiche o fare un ripasso per un esame universitario, il tutto mentre dormiamo. C’è un’intera industria che fa affari su quest’idea. Nastri con messaggi subliminali, resi popolari dal guru del self-help Tony Robbins, promettono di aiutarci a smettere di fumare, perdere peso, giocare meglio a golf e persino trovare l’amore – semplicemente chiudendo gli occhi.

Molti sorrideranno, ma è qualcosa di seducente pensare che lo “sleep learning” funzioni, visto come siamo ossessionati dalla mancanza di tempo (che in realtà è disorganizzazione e mancanza di disciplina). Cosa c’è di vero?

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(Ultima modifica: 20 Febbraio 2022)

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Abbiamo costruito un wormhole?

LA VIA LATTEA È UN WORMHOLE?

Paolo Salucci è un astrofisico della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste ed esperto di materia oscura nell’universo. Ha pubblicato da poco sulla rivista Annals of Physics una ricerca che ipotizza che la nostra galassia potrebbe essere un gigantesco wormhole. Lo scienziato ha dichiarato in un’intervista:

Se mettiamo insieme la mappa della materia oscura nella Via Lattea col modello più attuale del Big Bang che spiega l’universo e ipotizziamo l’esistenza dei cunicoli spazio-temporali, allora quello che otteniamo è che nella nostra galassia potrebbe davvero esserci uno di questi cunicoli, e che potrebbe addirittura essere grande come la galassia stessa. E non finisce qui. In questo cunicolo si potrebbe anche viaggiarci dentro, perché, in base ai nostri calcoli, sarebbe navigabile. Proprio come quello che tutti abbiamo visto nel recente film “Interstellar”.

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(Ultima modifica: 16 Gennaio 2020)

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Neil Harbisson: il cyborg che “sente” i colori

Neil Harbisson è un cyborg di 32 anni (il primo registrato: ha un passaporto dove viene descritto il dispositivo che ormai è parte di lui). Dall’età di 21 anni ha un’antenna impiantata chirurgicamente nel cranio. È affetto da acromatopsia, una cecità congenita che gli impedisce di percepire i colori. L’antenna intercetta le radiazioni luminose intorno a lui e le converte in suoni, permettendogli di “sentire” i colori.

Il rapporto degli uomini con la tecnologia è destinato a diventare sempre più intimo. In futuro – Harbisson pensa nei prossimi 10-15 – cyborg con parti umani e parti meccaniche saranno la norma.

Credo che succederà nei prossimi vent’anni che io sarò in grado di camminare per strada ed essere normale,

dice Harbisson a proposito della sua antenna,

Proprio perché sarà normale vedere qualcun altro con una nuova parte del corpo.

Harbisson parla di Internet come di un “senso corporeo”. Nello stesso modo in cui assaggiamo il cibo e sentiamo la consistenza degli oggetti per interagire con il mondo, crede che gli esseri umani useranno Internet per comprendere il mondo attraverso le informazioni e i dati.

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(Ultima modifica: 23 Luglio 2017)

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L’orrore che (non) condividiamo

La foto di Aylan (che non pubblico), il bimbo siriano di tre anni annegato vicino alla spiaggia di Bodrum, in Turchia, ha fatto velocemente il giro del mondo.

La storia della sua famiglia (l’unico sopravvissuto è Abdullah Kurdi, che ha perso sua moglie e i due figli: Aylan, il bimbo fotografato, e Galip) potete leggerla qui. Poco dopo hanno cominciato a circolare anche delle foto di Aylan sorridente, quand’era ancora in vita, in compagnia del fratello maggiore Galip. L’accostamento di queste foto così diverse ha aumentato indubbiamente la drammaticità delle prime immagini.

Questa fotografia è diventata il simbolo della tragedia umanitaria del Mediterraneo, che, purtroppo, è un’emergenza quotidiana. È una foto terribile e che passerà alla storia.

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(Ultima modifica: 31 Gennaio 2016)

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Il suono è il senso del gusto dimenticato

I compositori hanno scritto musica da accompagnare a feste e banchetti sin dall’antichità – infatti, a una cena particolarmente spettacolare del duca Filippo di Burgundy nel 1454, ventotto musicisti furono nascosti in un’immensa torta, cominciando a suonare nel momento in cui la crosta venne aperta.

Oggi, comunque, molti chef e ristoranti commettono degli errori nel considerare gli aspetti sonori del mangiare e del bere. È uno sbaglio, perché, il suono può influenzare la velocità con cui mangiamo, quanto ci aspettiamo di pagare per il nostro pasto, e anche il sapore che percepiamo.

Non ci credi? Qui ci sono tre semplici esperimenti sonori da provare comodamente a casa.

LA PATATINA SONORA

Questo esperimento, per il quale Charles Spence e lo psicologo Massimiliano Zampini vinsero il premio igNobel nel 2008, è avvenuto quasi per caso. Spense stava lavorando con una grande azienda per vedere se potevano usare la recente scoperta dell’illusione della “pelle di pergamena” per indurre il cervello dei clienti a credere che i loro vestiti fossero ancora più soffici dopo essere usciti da una lavatrice.

Funziona in questo modo: se tu smorzi il suono delle tue mani che si sfregano mentre lo stai facendo, il tuo cervello si convince che siano più lisce di quello che sono. Questo perché il tuo cervello combina le informazioni uditive con le sensazioni tattili e presume che poiché c’è meno rumore, c’è meno frizione, e quindi una pelle più morbida. Questa idea – che, se cambi un input in un dominio sensoriale, puoi influenzare la percezioni in un altro – è chiamata interazione sensoriale crossmodale, e si trova al centro della ricerca di Spense.

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(Ultima modifica: 20 Febbraio 2022)