“Il tennis come esperienza religiosa” di David Foster Wallace

David Foster Wallace è stato uno dei più talentuosi e intelligenti scrittori che l’America abbia mai prodotto. Quello che pochi sanno è che negli anni della giovinezza è stato un tennista molto promettente.

Era dotato di uno stile burbero e grintoso che lo fece affermare a livello juniores: arrivò a soli 14 anni al diciassettesimo posto nel ranking del Midwest per la sua fascia di età.

Negli anni successivi mise un po’ da parte i sogni di gloria, quando si rese conto che non sarebbe riuscito a essere competitivo come sperava. Quindi si dedicò soprattutto alla letteratura, anche se non abbandonò mai la passione per il tennis, spesso presente nei suoi romanzi e saggi.

In un suo saggio definisce il tennis come un ibrido tra gli scacchi e la boxe.

A proposito del mindset del tennista, DFW scrive:

A meno che voi non siate uno di quei rari mutanti virtuosi della forza bruta, troverete che il tennis agonistico, come il biliardo professionistico, richiede una mente geometrica, l’abilità di calcolare non soltanto le vostre angolazioni ma anche le angolazioni di risposta alle vostre angolazioni.

Non è un caso che il suo romanzo più celebre, il fluviale Infinite Jest, sia pieno di riferimenti tennistici: le vicende ruotano attorno alla prestigiosa ed elitaria Eta (Enfield Tennis Academy), situata nei sobborghi di Boston e dominata dall’imponente figura del direttore Gerhardt Schtitt.

Ma veniamo al libro. “Il tennis come esperienza religiosa” è composto da due saggi sul tennis + una postfazione.

Il saggio più interessante, che ha avuto una risonanza mondiale, si chiama “Roger Federer come esperienza religiosa”.

David Foster Wallace

1) descrive la differenza tra vedere il tennis in TV e guardarlo dal vivo, con un metafora piuttosto ardita:

il tennis in televisione sta al tennis dal vivo più o meno come un film porno sta alla reale sensazione dell’amore umano.

2) Denomina le intuizioni geniali del giocatore svizzero “momenti Federer”: sono quelli in cui riesce a controllare la pallina da tennis con un’angolazione e un spin così sorprendenti che sembra quasi annullare le leggi della fisica. Chi vive questi momenti dal vivo parla di un’esperienza quasi religiosa.

3) Spiega quanto sia difficile giocare a tennis a livello professionistico. Il talento e quindi le doti innate hanno il loro peso. Ma è fondamentale soprattutto l’allenamento perché è questo che sviluppa nel giocatore il senso cinestetico:

Per riuscire a rispondere bene a un servizio potente serve quello che a volte viene chiamato «senso cinestetico», vale a dire la capacità di controllare il corpo e le sue estensioni artificiali attraverso sistemi di funzioni complesse ed estremamente rapide.

La conclusione è che il tennis professionistico implica intervalli di tempo troppo brevi per permettere di compiere atti intenzionali.

4) Ci fa capire quanto è cambiato questo sport nel passaggio dalle racchette di legno a quelle basate sui nuovi materiali, più leggere e maneggevoli: il tennis tende a essere oggi un «gioco di potenza da fondocampo» basato sull’accelerazione prodotta alla pallina dalla tecnica del topspin. Federer, nonostante l’evoluzione del tennis, è riuscito a far prevalere la sua tecnica e il suo gioco, nonostante sia più raffinato e lento:

Ci mette anche l’intelligenza, l’intuitività occulta, il senso del campo, la capacità di interpretare e manovrare gli avversari, di combinare effetto e velocità, di fuorviare e dissimulare, di usare fiuto tattico, la visione periferica e la portata cinestetica anziché soltanto la velocità meccanica.

Amiamo Federer non solo per le sue vittorie e i suoi record, ma soprattutto per la sua capacità di stupirci, che non dipende dalla prestanza fisica, ma dall’arte di creare cose meravigliose con un semplice tocco della pallina da tennis.

Il genio non è riproducibile. L’ispirazione, però, è contagiosa, e multiforme, e anche soltanto vedere, da vicino, la potenza e l’aggressività rese vulnerabili dalla bellezza significa sentirsi ispirati e (in un modo fugace, mortale) riconciliati.

(Ultima modifica: 20 Febbraio 2023)

 
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