“Maggie Cassidy” di Jack Kerouac

A lungo ho atteso di poter leggere questo romanzo giovanile di Jack Kerouac. Mi aveva incuriosito Pier Vittorio Tondelli che lo preferiva a Sulla strada, non per il valore dell’opera in sè, ma probabilmente perché in “Maggie Cassidy” vi trovava il Kerouac ingenuo, timido, illuso e sognatore, quello precedente al salto nella Grande Mela che lo cambierà irreversibilmente.

Lo sfondo è una Lowell invernale, magica, piena di poesia. Il bianco ricopre ogni cosa, ma è pieno di sfumature e tutt’altro che freddo. E’ il contrappunto ideale per le scenette natalizie che si preparano dietro ogni finestra e per le scorribande di Jack “Zagg” Duluoz e la sua banda. Si fanno scherzi in continuazione e il loro linguaggio è triviale, ma la loro complicità è estremamente ostentata perchè vuole nascondere i dubbi, le angosce e i ripensamenti legati alla loro crescita, ai loro ormoni. Si parla spesso di ragazze, ma o in maniera troppo volgare o in maniera troppo romantica, come per esorcizzare la paura e l’imbarazzo di non sapere qual è la mossa giusta. Jack è preso tra Maggie, la brava ragazza, quella da sposare, una brunetta irlandese con le lentiggini, difficile da accontentare, da capire e da dimenticare, e Pauline, esuberante, sfacciata, chiacchierona, che prende subito l’iniziativa e gli fa capire quali sono le sue intenzioni e che si dia una mossa. Jack non sa scegliere, non si decide. Si fa prendere dallo sport. Nelle gare di atletica, battendo un ragazzo nero, diventa una piccola celebrità e sogna un futuro da campione. In realtà non sa ancora quello che vuole. I suoi fanno il tifo per lui, non li ha ancora delusi. Ma la fine del liceo, l’iscrizione alla Columbia University di New York cambierà tutto.

(Ultima modifica: 20 Febbraio 2023)

 
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